Ciao Clara

Eri un elfo, con quegli occhi azzurri sorridenti e mai fermi
Eri una simpatica canaglia quando mi buttavi l'acqua fredda in sauna, mentre lavoravamo per pulirla.
CLARA
PEDEVILLA TROLESE
08.08.49 / 18.08.2014
Eri un concentrato di vita, di sorrisi, di parole, di battute.
Sempre disponibile, sempre pronta, sempre gioviale
Mi hai raccontato la tua storia, senza piagnistei, senza pesantezza.
Ce ne sarebbe stato motivo!
Hai vissuto venti anni, dopo la tua immane tragedia.
Hai vissuto e hai esaurito l'energia. Mi raccontano che avevi avuto qualche segnale che la salute ti stava abbandonando.
Ti immagino pensare che avresti iniziato ad essere un peso per i tuoi cari, per i tuoi amici. Tu che hai vissuto senza essere di peso a nessuno, con l'immenso peso triste che portavi nel cuore.
Tu che parevi una vespetta che si agitava tra i fiori, tu che cantavi e ballavi alle feste del paesello, tu che sorridevi e avevi sempre un dolcetto per i bimbetti. Ti ricordo così, come un elfo birichino. Sapevo perfettamente che tu avevi un peso enorme sul cuore.
Hai pensato, ne sono certa, che era giunto il momento di raggiungere chi hai amato più di te stessa. Hai deciso di farlo in un pomeriggio di metà agosto. Ti hanno trovato due settimane dopo, giù in fondo all'Adige, vicino al paese da dove una parte di me proviene.
Non ti dimenticherò, no, Clara. Eravamo in tanti a salutarti. Persino il sole ha fatto capolino tra le nuvole di questa pazza estate, accompagnandoti al tuo sonno eterno. Le lingue che ti caratterizzavano hanno segnato i tempi e i ritmi del tuo commiato. Solo persone giovani sono salite all'altare a parlare di te.
Ti immagino lassù, tra tuo marito Mario e tuo figlio Marco, finalmente insieme, e starete cantando e ballando, come facevi qui giù alle feste.
Il paradiso è un posto più allegro ora, che sei salita lassù. 
Ciao Clara.
A presto....



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